Da rifiuto a risorsa

16-05-2019
Una benna frantoio MB BF90.3 S4 è stata utilizzata in un cantiere dove, per forma e dimensioni del materiale da frantumare, si è dimostrata ancora una volta uno strumento complementare ai frantoi fissi

Una benna frantoio MB BF90.3 S4 è stata utilizzata in un cantiere dove, per forma e dimensioni del materiale da frantumare, si è dimostrata ancora una volta uno strumento complementare ai frantoi fissi

[On-Site, Aprile 2019]

Sono quasi 70 anni che l’azienda Cremaschini (Zurlengo – Bs) è presente nel mercato dei cereali, essendo nata nell’immediato Dopoguerra dall’iniziativa imprenditoriale di Paolo Cremaschini, che intraprende l’attività di compravendita di materie prime cerealicole cominciando con la raccolta di partite di frumento tenero collocate in piccoli siti di stoccaggio nella bassa bresciana per venderle poi ai diversi molini del Nord Italia. È durante quei contatti che Cremaschini valuta la possibilità di divenire a sua volta un cliente dei molini, acquistando i sotto prodotti per rivenderli e distribuirli ai piccoli allevamenti, approfittando del periodo favorevole che vedeva la zootecnia protagonista di una rapida crescita. Durante gli anni Settanta si inseriscono nell’attività i sei figli: Giuseppe, Tarcisio , Annunzio, Gianfranco, Camillo e Alessandra. L’acquisto di nuovi automezzi consente di aumentare gli scambi, che diventano sempre più frequenti. L’azienda si specializza nella fornitura di sottoprodotti del frumento per la zootecnia. In quegli anni, inoltre, l’agricoltura nella Pianura Padana aumenta la diversificazione e introduce la coltivazione su larga scala del mais.
Ciò rappresenta una grande opportunità di crescita per la Cremaschini F.lli, che negli anni successivi si rende protagonista di continui investimenti in nuove strutture, capannoni e impianti, realizzati anche per affermarsi in modo importante nella realtà cerealicola e zootecnica e consentirgli di produrre in proprio i mangimi per la zootecnia personalizzati, su formula aperta, in collaborazione con i diversi allevatori. L’azienda, peraltro, aumenta anche la produzione mangimistica dedicata ai suini, grazie alla creazione di una nuova linea che prevede macinazione, miscelazione e spedizione. Questa continua necessità di espansione e rinnovamento ha portato di recente alla demolizione di una serie di stalle per maiali (porcilaie), al fine di costruirne di nuove e più moderne, sempre nel medesimo sito. Un intervento che in parte ha richiesto l’impiego di macchine e attrezzature specifiche da demolizione ma che, per la frantumazione in loco dei materiali - cemento armato e grigliati di stalla - ha trovato la sua soluzione ideale in un’attrezzatura pensata e realizzato proprio a tale scopo: la benna frantoio MB, BF 90.3 S4.

Da rifiuto a risorsa

L’intervento e l’attrezzatura
Come accennato, l’intervento è consistito nella demolizione di una serie di porcilaie in cemento armato e delle relative pavimentazioni grigliate (costituite da lastre di lunghezza fino a 2 m), dislocate su una superficie di circa 30.000 m2, che sono state poi riscostruite nel medesimo luogo.
Mentre per la demolizione primaria delle strutture sono state utilizzate efficacemente specifiche attrezzature, il problema si è posto nella fase di frantumazione secondaria, poiché il frantoio fisso REV GCV 100 utilizzato in cantiere ha evidenziato alcune problematiche legate alla natura stessa del materiale da frantumare e al fatto che, nella fattispecie, i ferri d’armatura - andando in appoggio sul nastro trasportatore - rischiavano continuamente di andare a incastrarsi bloccando le operazioni e danneggiando gravemente le strutture stesse del macchinario.
L’impiego delle pinze da demolizione, invece, avrebbe richiesto tempistiche troppo lunghe e comunque non sarebbe stato adeguatamente efficace.

Quale dunque la soluzione ottimale individuata, considerando che l’obiettivo era peraltro l’ottenimento di una pezzatura di 60 mm del materiale frantumato e la relativa trasformazione da rifiuto - previa apposita autorizzazione provinciale - in sottoprodotto da riutilizzare in loco, al fine di alzare i piani di campagna prima della costruzione  dei nuovi fabbricati?
Proprio la benna frantoio BF 90.3 S4 di MB, dotata nell’occasione di deferizzatore per la separazione immediata del ferro d’armatura e di attacco realizzato su misura per essere accoppiato all’escavatore Cat 323E LN di proprietà della Cava di Barco.

“Prodotta e brevettata da MB nel 2001, la benna frantoio BF90.3 S4 giunta oggi alla quarta generazione - è stata la prima a essere realizzata al mondo e rappresenta, ancora oggi, uno dei modelli più richiesti”, spiega Luca Bresolin, Area Manager di MB che ci ha accompagnato nel cantiere.

“Progettata per eliminare qualsiasi attrito in fase di carico del materiale e per resistere alle condizioni più difficili di ogni cantiere, la BF90.3 S4 è estremamente compatta e versatile ed è stata rinnovata e potenziata nel corso degli anni. Quest’attrezzatura è particolarmente indicata per tutte le operazioni di frantumazione, anche le più gravose, e mantiene inalterati i suoi risultati di prestazione con qualunque tipologia di materiale inerte”.

Per tutti questi motivi, dunque, la benna frantoio BF 90.3 S4 è una soluzione ideale per molteplici aree di applicazione: riciclaggio, cantieri urbani, lavori stradali, demolizioni, scavi, cave e miniere, fonderie e ambienti chiusi in genere. O ambiti come quello evidenziato in quest’articolo, nei quali il trattamento di grigliati e/o come quelli in oggetto e/o di cemento armato rappresentano tradizionalmente un problema annoso per molte macchine o attrezzature da frantumazione, al contrario di quanto accade con le benne MB.

L’impresa protagonista

“La nostra - spiega Danilo Appiani, che insieme ai figli Alessandro, Manuel e Gianluca gestisce le attività della Cava di Barco, impresa di Villachiara (Bs) a cui sono state affidate qui le operazioni di frantumazione - è un’azienda che si è sviluppata costantemente negli anni. Oggi - grazie all’impegno di una decina di persone e a un ampio parco mezzi che comprende escavatori, miniescavatori, pale gommate e cingolate, autocarri, autogrù, carrelli per trasporti e attrezzature di vario genere - siamo in grado di soddisfare ogni esigenza della clientela in molteplici campi d’impiego: scavi e movimento terra, demolizione di edifici e trasporto conto terzi, nonché recupero di materiali, gestione di discariche e interventi di livellamento laser.
Nel campo del movimento terra, in particolare, siamo in grado di eseguire scavi di sbancamento e in sezione su terreni di qualsiasi natura, occupandoci personalmente del coordinamento di tutte le relative pratiche amministrative, quali la caratterizzazione e l’analisi del terreno per l’eventuale gestione e riutilizzo delle terre e rocce da scavo ai sensi degli ultimi D.lgs o, in alternativa, effettuare con i nostri mezzi il trasporto e il conferimento del materiale presso il nostro impianto di recupero e/o smaltimento. Ma altrettanto rilevante è la nostra attività di demolizione totale, parziale o selettiva di edifici civili e industriali, disponendo infatti di personale preparato e macchine all’avanguardia capaci di lavorare utilizzando attrezzature specialistiche.
Da alcuni anni, poi, abbiamo aperto un punto di raccolta e trattamento di materiali provenienti da costruzione e demolizione: le macerie vengono trasportate e accatastate in aree apposite dove, dopo un controllo d’accettazione, vengono lavorate in modo da passare dallo stato di ‘rifiuto’ a quello di ‘prodotto marcato CE’ (questo materiale, infatti, se opportunamente lavorato, può essere reimpiegato in edilizia per la realizzazione di sottofondi e massicciate). Questa nuova area - la cui attività è autorizzata dalla Provincia di Brescia (Settore Ambiente, Settore Rifiuti) e su cui si assicura il massimo controllo nell’accettazione dei rifiuti in ingresso e nella vendita di materiale secondario - offre quindi un ottimo servizio per la clientela, sia per la raccolta di rifiuti edili che per l’acquisto di materiale secondario (riciclato)”.

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